Molas: ricami degli indios Kuna.

Mola ‘One Shilling’, San Blas, Panama, cotone, British Museum, Londra.   [copyright]

 

I Kuna sono una popolazione dell’America centrale, di cultura e lingua chibcha, una famiglia di lingue parlate anticamente nelle terre tra l’Honduras orientale e la Colombia settentrionale. Un tempo erano stanziati nella regione tra la Chorreras e il Rio Chagres, nello stato di Panama, dove crearono una serie di città-stato, poi distrutte dagli spagnoli. Divennero così da agricoltori sedentari ad agricoltori semi-nomadi delle foreste. Oggi i Kuna, anche detti Cuna, Cueva o Tule, sono di nuovo sedentari e vivono principalmente nelle isole di San Blas, sempre a Panama, oltre che sulla costa orientale del golfo di Urabà, tra Panama e la Colombia.  Nella società Kuna la discendenza, l’eredità e la successione avvengono per linea materna. E’ la donna che sceglie il suo sposo ed è la nascita di una figlia che farà continuare la stirpe. Gli uomini detengono l’autorità, soprattutto nella sfera pubblica, ma sempre in virtù dello status ottenuto grazie alla loro discendenza matrilineare. E sono proprio le donne che realizzano delle bellissime opere tessili: le molas.

Le molas sono dei manufatti tessili che sfruttano la tecnica dell’appliqué inverso per ottenere disegni astratti vivacemente colorati, che le donne Kuna portano sul davanti e sul retro delle bluse indossate quotidianamente. Appena hanno un momento libero, le donne Kuna si siedono, iniziano a chiacchierare tra loro e tirano fuori pezze di tessuti colorati, bobine di filo, aghi, forbicine e ritagli di stoffa: tutto ciò che serve loro per realizzare questi complessi lavori, ricchi di motivi e colori. La mola infatti viene realizzata sovrapponendo più strati di tessuti rettangolari, di circa 30X40 cm, ognuno di colore diverso, mantenuti fermi da punti dati con fili da imbastitura, detti bâti. Questi vari strati sono lavorati con la tecnica dell’appliquè inverso. La tecnica detta dell’appliqué semplice consiste nel cucire dei pezzetti di stoffa su un tessuto più ampio, che serve come base, in modo da coprire eventuali danneggiamenti o semplicemente per decorarlo. I pezzetti di stoffa possono essere ritagliati in forme sia astratte che realistiche, lasciando intorno al ritaglio un piccolo bordo, che viene ripiegato in dentro per evitare alla stoffa di sfrangiarsi. I ritagli sono poi fissati sulla base con piccoli punti, creando così disegni anche molto complessi o dai forti colori contrastanti. I materiali utilizzati possono essere vari, dalle diverse tipologie di tessuti, al feltro e alla pelle. Nella semplice appliqué quindi si forma il disegno decorativo applicando varie forme, solitamente più piccole, su di una base intatta, non ritagliata, che rappresenta lo strato di tessuto posto più in basso. La tecnica utilizzata per realizzare le molas invece è la tecnica inversa dell’appliqué o appliqué inverso. In questo caso vengono sovrapposti riquadri di tessuto delle stesse dimensioni ma di colori diversi, e per ottenere il motivo decorativo si intagliano i primi strati per far apparire i colori degli strati posti più in basso.

Per preparare una mola quindi la donna Kuna, sovrappone tre o più strati di tessuto rettangolare di differenti colori. Blocca questi strati con un punto da imbastitura e poi abbozza un disegno sullo strato superiore. Con delle forbici appuntite pratica un intaglio nel tessuto posto più in alto, in modo da lasciar intravedere il colore della stoffa sotto. Aiutandosi con l’estremità di un ago, ripiega un poco del tessuto superiore, orlandolo a piccoli punti da una parte all’altra della fessura, e rivelando così il disegno. Per orlare usa un filo che abbia lo stesso colore dello strato superiore, in modo tale che i punti risultino invisibili. Dopo aver inciso il disegno sulla stoffa posta più in alto, la donna Kuna passa ad incidere lo strato successivo, in modo da portare alla luce il colore dello strato posto ancora più in profondità, e così via fino a completare il motivo decorativo preferito. Talvolta, le donne Kuna fanno scivolare, attraverso le fessure, dei piccoli ritagli di colore supplementare, in modo da creare un disegno con davvero molti colori, senza sovrapporre troppi strati di differenti toni che renderebbero la mola troppo pesante. Inoltre possono anche aggiungere particolari minuti, come i puntini delle gocce di pioggia, tramite la tecnica dell’appliqué semplice, o eseguendo dei punti colorati, anche per bordare.

Davanti di blusa con mola con disegno astratto, inizio XX secolo, San Blas, Panama, cotone, British Museum, Londra.     [copyright]

 

Si possono così ottenere molas coloratissime; anche se non è sempre vero che quelle più colorate siano le più apprezzate. Esistono molas bicolori molto belle. Anche tra i Kuna, è questione di moda, e si può variare tra molas ricche di colori o altre più sobrie. Le molas tradizionali sono spesso di un rosso profondo su una base nera, con strati brillantemente colorati tra di essi. I ritagli avanzati da questa operazione di intaglio non vanno sprecati, ma saranno utilizzati per creare le molas successive. Le donne Kuna oggi cuciono sempre due molas simultaneamente, copiando il disegno della mola che verrà posizionata sulla schiena su quella del davanti. Le due molas non sono mai perfettamente uguali, per cui si applicherà la più riuscita sul dietro, perché più visibile. Ma non sempre nel passato si cucivano due molas uguali sulla stessa blusa, come testimoniano alcune bluse conservate al British Museum, dell’inizio del XX secolo.

Le molas Kuna sono uniche, sebbene la stessa tecnica di applicazione sia usata in altre parti del mondo. Per esempio la usano le donne delle minoranze Hmong in Laos, in Vietnam e in Cina, per impreziosire colli, cinture, borse e sacche porta-bambini; il lavoro è eseguito così finemente che è quasi possibile scambiarli per ricami. Le nomadi Banjara dell’India e le popolazioni del Sindh, in Pakistan, e Rajasthan, in India, decorano così le loro coperte, con audaci disegni floreali e astratti, in una combinazione di appliqué e appliqué inverso, con motivi stilizzati che includono uccelli, piante, elefanti e cavalli.

I motivi decorativi delle molas sono dei veri e propri libri cuciti, che narrano della vita quotidiana delle donna Kuna. Possono essere raggruppati a seconda dei diversi temi raffigurati, anche se ogni donna renderà il motivo in maniera diversa, chi più realisticamente, chi in modo più astratto. Molte molas sono ispirate alla natura, anche se assumono forme prettamente geometriche: una scogliera, le foglie di palma intrecciate, le vie del villaggio, un arcobaleno, i profili della montagna. Oppure possono essere versioni stilizzate di animali o piante: lucertole, razze, pellicani, anguille, tartarughe, scimmie, falchi, serpenti, gatti, alberi, zucche, cocomeri, fiori,  manghi e così via. Può trattarsi di oggetti quotidiani, come la piroga, la zucca impiegata come ciotola, un ombrello, dei ganci, il municipio; o di oggetti che non si usano quasi più, come il motivo ‘naku mor’, che rappresenta lo strumento che si utilizzava per confezionare le amache, e che può anche rimandare alle pagaie di una piroga. Alcune molas sono decorate con scene della vita di tutti i giorni dei Kuna, come ad esempio con una madre Kuna che cuce una mola; oppure con le cerimonie che segnano i momenti fondamentali della vita di una Kuna, come la ‘festa del lago’, durante la quale si perfora il naso per inserirvi un anello d’oro, o la festa in cui una bambina diventa donna ed acquisisce il suo nome definitivo, o il matrimonio. Alcune molas mostrano episodi tratti dai miti e dalle leggende Kuna, come la storia del ‘Bambino albino della Luna’, che salvò la luna, durante un’eclisse, quando stava per essere divorata da un drago. Ma i motivi decorativi non sono immobili e sempre uguali: le donne Kuna si ispirano anche a ciò che proviene da altre culture, raffigurando personaggi dei cartoni animati, Babbo Natale, edifici di altri continenti, e così via. Ogni cosa può essere fonte di ispirazione.

Donna Kuna, 2008, San Blas, Panama.     [copyright]

 

Le molas sono cucite su una blusa, il cui nome è morsa n e che si compone di nove parti. Mentre un tempo sia la mola che la blusa erano in cotone, oggi sempre più spesso solo la prima è realizzata in questo materiale; la blusa invece viene confezionata in tessuto sintetico, anche se tiene più caldo, perché la sua brillantezza e flessibilità seducono più dell’opaco cotone. Se in passato la blusa prevedeva un carré sulle spalle e maniche corte e dritte, oggi il carré è scomparso e le maniche sono a palloncino, fino al gomito. Se la blusa può essere confezionata sia a mano che a macchina, la mola è sempre solo cucita a mano. Una blusa senza mola non è immaginabile, così come una mola senza blusa può essere solo una creazione destinata ai turisti. Se infatti la blusa si consuma, la mola verrà riutilizzata su una nuova blusa, oppure venduta da sola o a coppia. Le molas più raffinate sono cucite per uso proprio; le altre vengono acquistate dai  turisti, con un costo che va dai 5 ai 30 dollari. Sull’orlo superiore delle molas, sia sul davanti che sul retro della blusa, e sull’orlo delle maniche della blusa stessa, un tempo venivano applicate delle fasce decorative identiche, realizzate sempre con l’appliqué inverso. Oggi sono state sostituite con nastri o trecce, comprati dai fabbricanti cinesi, perché anche qui, come per la stoffa della blusa, si preferisce ciò che luccica, per essere più appariscenti.

Oltre alla blusa, le donne Kuna portano in testa un foulard rosso, muswe, legato in tanti modi. E’ confezionato con tessuto di importazione, composto da due quadrati non rifiniti, ornati da disegni gialli sotto forma di bordura e un motivo centrale. Le donne Kuna indossano poi un pagne, cioè un telo avvolto intorno ai fianchi,  detto sabured, spesso blu o verde scuro con motivi decorativi. A seconda  dell’età e del gusto questo pagne sarà più lungo o più corto.

Le donne Kuna inoltre indossano diversi accessori. I gioielli d’oro sono molto apprezzati, sotto forma di orecchini, anelli e collane. Il naso è un elemento del viso che si sottolinea volentieri: con anelli o piccole palline d’oro posizionati in un foro praticato nel setto nasale, alla base del naso. Come le molas  e le bluse variano e non restano strettamente legate alla tradizione, così si evolve anche l’ornamento al naso: se le nonne e le bisnonne portano pesanti anelli d’oro al setto nasale, le madri preferiscono delle palline più contenute, mentre le figlie hanno solo le orecchie bucate. Il naso viene valorizzato anche tracciando una sottile linea nera su tutta la lunghezza del naso, con la jagua, una pianta della foresta che, ossidandosi, tinge la pelle. Tutte le settimane alcune donne rinnovano questa linea, per sottolineare la simmetria del volto. E’ probabilmente l’ultima manifestazione dei tatuaggi che in altri tempi ricoprivano il corpo dei Kuna, e che hanno forse ispirato il disegno delle prime molas. Inoltre le donne Kuna usano anche la polpa del frutto rosso archiote, per colorare le gote, e forse anche come protezione.  Sempre più spesso le collane d’oro vengono sostituite con quelle di plastica, che aggiungono ulteriore colore alla figura, insieme ad altri tipici ornamenti Kuna: le wini, o in spagnolo canilleras. Sono ornamenti portati su braccia e gambe, composti da minuscole perline di vetro e plastica, infilate su un filo di cotone, fino a formare una sequenza di fitti bracciali di colori diversi. Una volta indossati sull’avambraccio o il polpaccio creano disegni geometrici vivacemente colorati, che possono variare da un semplice tratto bicolore a delle greche composte di tre o quattro colori. Questi ornamenti vengono rinnovati ogni due o tre settimane, malgrado la loro produzione richieda molte ore di lavoro. Sia le wini che il foulard rosso vengono tradizionalmente indossati solo dopo il matrimonio.

Donna Kuna che vende molas, 2012, San Blas, Panama.     [copyright]

 

Sebbene le donne Kuna che proseguono gli studi o quelle che lavorano nella città di Panama portino il loro costume solo una volta rientrate sulla loro isola, e le studentesse alternino nel corso di una stessa giornata, le uniformi della scuola e le tipiche vestiti Kuna, la creazione delle molas non si sta esaurendo. Anche perché grazie alle molas la donna Kuna ha sviluppato un commercio fiorente, che riscuote molto successo tra i turisti e che contribuisce alla sua indipendenza finanziaria. Attraverso le molas la donna Kuna mantiene viva la tradizione, coltiva il piacere di cucire e di creare, ottiene un riconoscimento e un reddito per pagare le spese quotidiane, gli studi dei figli, le loro uniformi scolastiche e i materiali per continuare la produzione di queste meravigliose opere d’arte che sono le molas.

Bibliografia

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